Se dico Esselunga sappiamo che stiamo parlando della catena di Supermercati con la “S” moltooo lunga. Da oggi invece si parlerà della generosità del suo fondatore Bernardo Caprotti, che magari nessuno conosceva fino a un giorno fa, fino a che tutti i giornali non pubblicassero la notizia:
Bernardo Caprotti dona a parenti e amici 80 milioni!!! dal 2002 a oggi, diciamo in 10 anni, ha distribuito con atti di donazione, registrati regolarmente dal notaio e udite udite anche all’Agenzia delle Entrate!
Insomma credo che più di 80 milioni di persone vorrebbero essere in questo momento un parente o un intimo amico di Bernardo, che con le sue idee e la sua caparbietà ha portato in alto il suo nome e la sua azienda.
Non staremo qui a discutere di quanti soldi abbia e cosa potrebbe farne perchè son soldi suoi, però se pensate alle cassiere, ai macellai dell’Esselunga, e se continuate a pensare vi verrà in mente anche il sito, quindi dei web master che lo gestiscono, e i fattorini che ti portano la spesa a casa e… ok, penso che abbiate capito a quante persone abbia dato lavoro quest’uomo e la sua grande azienda.
Bernardo nasce da una famiglia di industriali tessili, cotonieri. Finiti i suoi studi in legge, senza neppure poter decidere della sua vita, viene catapultato da suo padre negli USA per far pratica nell’industria del cotone: inizia così a lavorare nelle catene di montaggio di carde, telai, ma anche anche alla borsa cotoni di Wall Street.
Vi rimane un anno e torna in Italia per cominciare il suo lavoro nella manifattura di famiglia in Brianza.
Ma la sua fortuna inizia nel 1957, quando si presenta l’opportunità di partecipare alla fondazione della prima società di supermercati in Italia, iniziativa di Nelson Rockefeller, a cui lui, Bernardo Caprotti battezza con il nome di Esselunga che oggi conta 140 punti vendita, un traguardo unico per un piccolo italiano che ora si scopre anche con un cuore grande.
Beh, che dire se non augurargli ancora 100 anni di vita e di generosità, magari facendo allargare questa generosità anche ai blogger ricchi d’idee ma poveri di soldi.